Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia metabolica definita “cronico-degenerativa” che può essere causata da uno stato di insulino-resistenza, ovvero quando l’insulina prodotta dall’organismo non riesce ad agire come dovrebbe, oppure da un deficit di secrezione di insulina, ovvero quando il pancreas non riesce a produrre la giusta quantità di insulina per far fronte alle esigenze dell’organismo.

Poiché l’ormone insulina è indispensabile per regolare i livelli di glucosio, ciò che comunque deriva da entrambe le condizioni è l’eccessivo aumento di glucosio nel sangue, ovvero l’iperglicemia.

I sintomi più frequenti manifestati dai soggetti affetti da diabete mellito di tipo 2 sono riconducibili a:

  • sete eccessiva (polidipsia);
  • frequente senso di stanchezza e spossatezza;
  • ripetuta necessità di urinare, anche durante la notte (poliuria);
  • vista offuscata;
  • lenta guarigione delle ferite;
  • perdita di peso improvvisa;
  • mal di testa ricorrenti;
  • prurito cutaneo;
  • smisurato aumento dell’appetito (iperfagia).

Le cause dell’insorgenza di questa patologia possono essere attribuite a cause ereditarie e/o genetiche, i cui processi sono ancora oggetto di indagini approfondite, e/o da fattori ambientali che riguardano le caratteristiche proprie della persona.

I fattori di rischio ambientali più comuni correlati all’insorgenza del diabete mellito di tipo 2 sono:

  • alimentazione errata, ricca di zuccheri semplici;
  • obesità e/o sovrappeso grave;
  • ipertensione;
  • sedentarietà;
  • alti livelli di trigliceridi;
  • bassi livelli di colesterolo HDL (colesterolo “buono”);
  • invecchiamento dell’organismo.

Spesso, i pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 sono dei soggetti obesi  o in grave sovrappeso che presentano un’elevata glicemia a digiuno, trigliceridi alti, accumulo di grasso al fegato, eccesso di acido urico nel sangue, presenza di glucosio nelle urine e altro ancora.

Oggi, i risultati di alcuni dei più recenti studi scientifici, sono stati in grado di affermare che il diabete mellito di tipo 2 non è una patologia con la quale si deve necessariamente convivere per tutta la vita. Grazie alle sperimentazioni in ambito clinico si è scoperto che la gestione del peso corporeo, la riduzione del grasso viscerale e un’alimentazione corretta e bilanciata, possono far regredire la malattia e migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da questo tipo di disturbi.

Questa tesi è stata confermata da un importante studio clinico pubblicato sulla preziosa rivista scientifica “The Lancet” che ha tenuto sotto osservazione 298 soggetti di età compresa tra i 20 ed i 65 anni affetti da diabete mellito di tipo 2.

I pazienti sono stati suddivisi in maniera casuale in due distinte categorie:

  • il primo gruppo è stato trattato mediante le cure standard previste per il diabete;
  • il secondo gruppo, invece, è stato inserito in un programma di gestione intensiva del peso corporeo mediante l’introduzione nella dieta di alimenti sani e poveri di grassi ed il contestuale incremento dell’attività fisica svolta.

I risultati sono stati a dir poco sorprendenti:

  • circa il 90 % dei pazienti che hanno perso 15 kg o più ha invertito con esito più che positivo il diabete mellito di tipo 2;
  • circa il 57 % dei pazienti che hanno perso dai 10 ai 15 kg ha ottenuto la remissione della malattia;
  • i pazienti trattati con le cure standard, invece, hanno raggiunto esiti positivi di remissione soltanto per il 4 %.

Lo studio clinico, inoltre, ha evidenziato che in caso di regressione della malattia è fondamentale mantenere in maniera costante le nuove sane abitudini acquisite poiché, in caso contrario, il ritorno alle malsane consuetudini può aumentare il rischio di sviluppare nuovamente la malattia.

Dall’analisi di questi risultati si può dedurre che un intervento mirato, personalizzato, incentrato su un importante cambiamento dello stile di vita e del modo in cui ci si approccia al cibo, unitamente alla pratica regolare di attività fisica, potrebbe realmente essere la base per il trattamento di queste particolari patologie che possono compromettere seriamente lo stato di salute delle persone.

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