Nei miei precedenti post ho affrontato il problema del gonfiore addominale, soffermandomi sia nelle cause che sulle conseguenze che esso determina.

Per evitare di imbatterti in tutti quei fastidiosi e imbarazzanti problemi al tratto gastrointestinale, che ho descritto nei precedenti post, è importante che tieni in seria considerazione tutti i campanelli d’allarme che l’organismo ti invia, perché il problema può essere risolto solo trattando adeguatamente la causa che ha generato i sintomi.

Ricorda che in queste circostanze la tempestività d’azione è fondamentale perché se non intervieni subito, con una corretta diagnosi ed una adeguato percorso, il rischio che la situazione peggiori e si trasformi in una vera e propria patologia cronica può aumentare considerevolmente.

Brevemente ti indico in linea generale come intervenire.

Per prima cosa è necessario ripristinare la motilità intestinale, poiché la riduzione della peristalsi (le contrazioni muscolari intestinali) può rendere davvero molto difficoltoso il transito delle sostanze nutritive. Questo, può causare ristagno di feci, scorie e liquidi e può aggravare ulteriormente il gonfiore addominale, il senso di pesantezza della pancia, i problemi digestivi, il reflusso etc.

Il secondo passo è quello di ricostituire la barriera protettiva intestinale, cosa che difficilmente può essere attuata se prima non si ripristina la motilità.

Immagina che il tuo organismo lavori come una catena di montaggio e che la motilità intestinale rappresenti il nastro che trasporta i pezzi necessari alla produzione, ovvero le sostanze nutritive.
Quando questo nastro trasportatore è danneggiato tutta la catena produttiva ne risentirà iniziando a funzionare male.

Allo stesso modo, se la tua motilità intestinale è compromessa, i nutrienti necessari al ripristino della barriera protettiva avranno più difficoltà ad essere trasportati e ad arrivare a destinazione.

Successivamente, si potranno quindi creare le condizioni per alleviare o eliminare il reflusso gastrico e solo al termine di tutti questi passaggi, si potrà iniziare il percorso di ripristino del microbiota intestinale.

Dopo avere svolto questi fondamentali passaggi attuando una modifica dell’alimentazione quotidiana e acquisendo delle sani abitudini di vita ci si potrà concentrare su altri eventuali tipi di problemi, come ernia jatale, esofagiti, disfagie o altro ancora.

La corsa “fai-da-te” a farmaci e integratori può risultare inutile o dannosa con il rischio anche di causare malassorbimento, disbiosi, irritazione delle mucose, resistenza ai farmaci, peggioramento dei sintomi, cronicizzazione delle problematiche e altro ancora.

Ricorda sempre che l’organismo lavora come una macchina molto complessa e occorre avere un’adeguata conoscenza biochimica, fisiologica e fisiopatologica di tutto il sistema prima di intervenire.

Qualsiasi tipo di disturbo, se trattato con un farmaco errato o anche solo con una dose sbagliata, può aggravarsi considerevolmente peggiorando ancora di più la situazione. Togliti inoltre anche dalla mente che abusare di integratori e/o fitoterapici non possa fare alcun male.

Ribadisco sempre che non può esistere una terapia universale che vada bene per tutti, poiché diversi sono i pazienti, i sintomi, le circostanze, le reazioni, le interazioni e le variabili.

La soluzione sta sempre in un lavoro medico personalizzato che ti prenda nella tua globalità rimettendo in equilibrio funzionale i vari organi riattivando i naturali sistemi di difesa del tuo organismo.

Sta a te decidere se curarti per alleviare solo i tuoi sintomi, con i rischi di cui abbiamo discusso, oppure iniziare a farti seguire in modo serio da un medico preparato che inizi a indagare la causa che sta generando tutto ciò.

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