Riconosci la vera malattia e fai il primo passo per la tua libertà

La medicina è curare un’altra persona con la parola, con un abbraccio, con un farmaco (inteso nel senso ampio del termine), con uno strumento terapeutico, con un aiuto di vario tipo. Ciascuno si può anche curare da sé. Guarire, invece, è un verbo che presume che ci si metta in gioco.

A tal fine, occorre orientarsi verso una medicina del benessere che non miri solo a combattere i sintomi delle malattie, ma a predisporre l’organismo alle migliori condizioni per attivarne i naturali sistemi di difesa, detossificandolo, mediante il ripristino soprattutto degli equilibri acido-alcalino, redox cellulare (ossido-riduttivo) e degli elementi pro e antiinfiammatori.

Conferire ad altri il potere di guarirci significa mettere nelle loro mani le chiavi della nostra vita. Inoltre, se molte malattie, dopo una determinata terapia scompaiono, non significa affatto che siano state debellate e che siamo guariti; in molti casi può significare semplicemente che fino a quel momento non si sono più manifestate.

La malattia può avere delle recidive?

E’ tuttavia possibile che, se ripristiniamo i meccanismi di innesco che hanno generato quella malattia, essa possa ritornare, pur essendo apparentemente guarita per tanti anni.

Attribuire a qualcuno o qualcosa la possibilità di guarirci molto spesso serve a sgravarci un bel po’ di responsabilità.

Ma qual è il prezzo?

In base a chi o a cosa attribuiamo la nostra guarigione, il prezzo da pagare può essere molto alto e a volte si può mettere a repentaglio anche la propria vita. Subordinarsi a un’autorità esterna significa inoltre rinunciare ad un bene essenziale, che è la responsabilità.

La vera malattia è la delega

Spesso tendiamo infatti a deresponsabilizzarci, affidando ad altri il bene più prezioso che abbiamo, cioè la nostra salute. Molte persone rimandano spesso le decisioni da prendere. Ti è mai capitato di conoscere persone che hanno un problema e che ti dicano:

Posso smettere quando voglio…

Prima o poi inizierò…

In realtà poi, se vai a verificare, ti accorgi che molto spesso non smettono e non iniziano.

Inoltre sono per lo più persone indecise che, anziché ragionare in base alla loro esperienza diretta, danno retta ai pregiudizi e a ciò che sentono dire.

Tendono ad attribuire ogni responsabilità a cause esterne, accampando scuse su tutto…

Sono scettico…

Se avessi i soldi…

Se fossi più giovane…

Devo prima parlare con … etc.

In realtà, nella maggior parte dei casi, sono tutte scuse per negare le proprie responsabilità. Molti vivono in uno stato di rassegnata disperazione in cui le loro frasi tipiche sono:

Ci devo pensare…

Lo faccio domani…

Il rischio maggiore è quello di non occuparti tempestivamente della tua salute, usando il rinvio quasi come un alibi.

Di fatto l’immobilità porta sempre alla malattia!

Alcune persone che ho conosciuto, affette da una malattia non grave, alla fine sono morte perché hanno sempre rinviato ogni decisione e la loro immobilità (non azione) le ha portate ad agire solo quando era ormai troppo tardi.

La nostra salute dipende in gran parte dalle scelte che operiamo ogni giorno.

Così come è una scelta lamentarsi e fare le stesse cose che abbiamo sempre fatto, sperando che cambi qualcosa domani.

La medicina dei sintomi

Viviamo nell’epoca della medicina della sintomatologia. Si curano i sintomi, spesso senza conoscere le cause che li hanno generati.

Colesterolo alto: una compressa di statina.

Glicemia alta: 1-2 compresse di metformina

Intestino pigro: un lassativo.

Pressione arteriosa alta: una capsula di antiipertensivo, mal di testa: una altra pasticca … e cosi per tanti altri sintomi e segni clinici.

Purtroppo molto spesso ci ritroviamo ad abusare di questi farmaci e in molti casi, senza nemmeno accorgercene, diventiamo farmaco-dipendenti.

“Ci stiamo trasformando, giorno dopo giorno, da esseri umani nati liberi a schiavi delle malattie e dei farmaci”

Il corpo umano è stato ridotto a singole patologie d’organo: per questo ci rivolgiamo al cardiologo, al dermatologo, al ginecologo, al gastroenterologo, allo pneumologo, etc., perdendo di vista molte volte il complesso e l’unità dell’organismo umano.

La medicina della responsabilità

Visitare accuratamente il paziente sta diventando cosa rara ed è ancor più raro al giorno d’oggi sentire il medico chiedere al paziente:

“Signor Rossi lei in che modo idrata il suo organismo?”

“Quanto lo idrata?”

“In che modo si alimenta quotidianamente?”

“Che stile di vita adotta?”

La più moderna ricerca scientifica afferma che le chiavi della salute e della qualità della nostra vita dipendono per la maggior parte da come ci alimentiamo quotidianamente e dallo stile di vita che conduciamo, in misura minore invece dalla genetica e dal sistema sanitario.

La malattia spesso affonda le sue origini in una scarsa attenzione verso il proprio corpo e in un atteggiamento aggressivo verso di esso. Cattiva alimentazione, fumo, alcool, sedentarietà, droghe, etc., sono solo alcune delle abitudini aggressive.

Quindi sta a ciascuno di noi guidare e gestire la propria salute in modo responsabile, senza delegare ad altri ciò che possiamo fare noi stessi con la nostra volontà e con la conoscenza dei rischi a cui ci espongono alcune malattie.

Questo significa (salvo rari malattie genetiche), scegliere di essere sani, passando dalla medicina dei sintomi alla medicina della responsabilità.

Significa uscire dalla cultura della “delega” e tornare a riappropriarci della responsabilità del nostro stato di salute.

Monitorare la nostra salute, osservandola da questo punto di osservazione, vuol dire cambiare del tutto la prospettiva con cui si guarda al nostro organismo, significa avere un approccio preventivo, di conoscenza e di rispetto della nostra “casa” anatomica. Applicare la medicina della responsabilità richiede informazione e conoscenza sui principi di fisiologia, fisiopatologia, biochimica e su quant’altro è necessario conoscere sul proprio corpo.

Una sana alimentazione svolge un ruolo primario nella moderna coscienza della medicina della responsabilità. Per questo motivo la nutrizione ha assunto una netta centralità nel condizionare la salute di ciascuno di noi. A tavola si svolge infatti la prima prevenzione contro patologie degenerative e contro i tumori.