Più di una volta nei miei articoli ho ribadito che non è importante solo cosa mangiamo, ma anche come mangiamo, perché la qualità, la composizione molecolare e la tempistica di ogni pasto sono dei parametri da attenzionare per stare bene in salute.

Con questo articolo il mio obiettivo è quello di provare a darti una mano ad approfondire questo argomento, condividendo con te i risultati delle più recenti ricerche scientifiche; avere maggiore consapevolezza nelle scelte alimentari quotidiane può aiutarti a mantenerti in forma, essere energico ed anche più felice.

Cibo e mente: il legame ce lo spiega la scienza

Diverse ricerche svolte anni fa avevano già spianato la strada evidenziando come una dieta ricca di grassi, carni lavorate e cibi industriali sia capace di influenzare il nostro umore, portandoci un maggiore rischio di sviluppare stress, malessere e depressione; cosa che invece non accade con una dieta ricca di cibi sani come frutta, verdura, semi oleosi, pesce etc.

  • Lo conferma una ricerca pubblicata nel 2016 su Clinical Psychological Science dal titolo Indice infiammatorio dietetico e recidiva dei sintomi depressivi, dove si evidenzia come un’alimentazione ad alto “indice infiammatorio dietetico” (indice che esprime la tendenza di una determinata dieta a stimolare particolari processi infiammatori) sia associata -per le donne- ad un aumento del rischio di sviluppare sintomi depressivi, pari al 66%.
  • Lo dimostrano anche gli studi condotti da Almudena Sánchez-Villegas e colleghi, che anno pubblicato la ricerca dal titolo L’associazione tra depressione e stile di vita mediterraneo, dove viene evidenziata una notevole riduzione del rischio di depressione (circa del 50%) nei soggetti che adottavano uno stile alimentare sano (riconducibile per determinati aspetti alla dieta mediterranea) associato ad una costante attività fisica ed al mantenimento di buone relazioni sociali.
  • Un altro importante studio, pubblicato nella rivista Clinical Psychological Science, spiega come è stato riscontrato nei bambini uno strettissimo legame tra sintomi da carenza di acidi grassi essenziali (omega-2 e omega-6) e il deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Gli studi, da approfondire con ulteriori ricerche, lasciano supporre che queste problematiche possano essere correlate ad un problema di metabolizzazione di queste sostanze.
  • Joanna Lothian dell’Università di Canterbury e colleghi, attraverso un importante studio preliminare sull’Effetto dei micronutrienti sull’insonnia negli adulti, hanno evidenziato come complessi multivitaminici e multimineralici possano portare ad un miglioramento dei sintomi dell’insonnia, e come questa possa presentarsi sia come disturbo isolato sia come conseguenza di disagi mentali più seri. Questa ricerca ovviamente offre le basi per ulteriori studi più approfonditi in questo ambito.
  • Anche Jerome Sarris e colleghi, hanno scoperto come l’integrazione di un particolare amminoacido (N-acetilcisteina) nella dieta di soggetti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), possa contribuire ad avere un maggiore controllo dei sintomi, però solo nei pazienti più giovani e in quelli in cui i sintomi sono comparsi da meno tempo. Lo studio pubblicato nella rivista Clinical Psychological Science, da veramente importati informazioni in merito alla genesi dei disturbi mentali.
  • E infine, lo studio condotto dall’australiano Grant D. Brinkworth, pubblicato sulla rivista Archives of Internal Medicine, che ha dimostrato come una dieta a ridotto contenuto di carboidrati sia associata ad un peggioramento dell’umore, attraverso l’analisi di 106 soggetti in sovrappeso e obesi sottoposti a regimi alimentari differenti, esaminati per tutto il periodo della dieta e fino ad un anno oltre la sua conclusione.